Negli anni svariate volte ho ricevuto email, non automatiche, di interesse relativamente a collaborazioni con alcuni dei miei siti. Fa sempre piacere riceverle perché sono frutto del lavoro svolto e dimostrazione di apprezzamento dei siti (sia del nome, sia dei loro contenuti, sia della loro interfaccia e sia del loro cencept più in generale).
I mittenti sono fra i più svariati: singoli webmaster, piccoli siti, agenzie di SEO (Search Engine Optimization), grandi aziende di telecomunicazioni, portali medio-grandi, gruppi editoriali famosi o piccole case editrici, aziende di giochi on line e così via.
Alcune interazioni sono andate a buon fine e si sono trasformate in accordi, collaborazioni, affari. Altre sono finite senza esito dopo qualche scambio di email o incontro. Ricordo che una volta dovendo andare nella sede di un grande gruppo di telecomunicazioni a presentare i dati di uno dei miei siti di loro interesse chiesi ad un amico di venire con me e lui accettò prendendo addirittura delle ore di permesso dal lavoro. Un bel sacrificio. Un bel gesto. Andammo. Dopo qualche settimana mi fecero sapere che avevano scelto un altro sito da inglobare fra i loro portali. Pazienza per il tempo speso, almeno erano stati sinceri. A volte, dopo l’aver dedicato tempo prezioso neanche ricevo feedback.
Il punto è proprio questo. Il tempo. Il tempo è prezioso, il tempo è denaro. Capisco che non si può fare a meno di spendere del tempo nel cercare di valutare l’interesse e le caratteristiche dell’accordo e che nessuna proposta può essere sin da subito vincolante senza un minimo di conoscenza reciproca o negoziazione ma pretendere che ad ogni email di interesse che ricevo inizio a sfornare report di Google Analytics per soddisfare la curiosità di chiunque è eccessivo. Almeno secondo me. Certo potrebbe dimostrarsi tempo investito o tempo perduto. La cortesia o aspettativa dovrebbe essere allora reciproca.
Voglio presentarvi un esempio recente ed emblematico che potrebbe tornare utile ad altri. Ricevo questa email.
Salve, mi chiamo Tizio, faccio parte del Gruppo WOW! (Link al sito), brand media company attiva da più di 15 anni sia su media tradizionali (magazine, periodici, collezionabili) che su nuovi media (web e mobile). La nostra offerta editoriale sul web è composta da più di 20 portali e abbraccia, attraverso brand di primo livello come XYZ.net ABC.it (lista di portaloni molto conosciuti in Italia), i più importanti segmenti dello scenario web, con oltre il 20 per cento dell’audience web nazionale. Vi contatto perché vorremmo proporvi una possibile partnership tra il nostro network e il vostro sito, da dettagliare nell'immediato. Resto in attesa di un riscontro, augurandomi che sia positivo. -- Cordiali Saluti Tizio email di Tizio Molto Nota Azienda per cui Tizio lavora S.p.A. Redazione Indirizzo di Molto Nota Azienda
A volte chiedo a qualcuno dei collaboratori di rispondere direttamente e sincerarsi del tipo di collaborazione, ma data l’importanza che ha il gruppo (un colosso) rispondo direttamente ed immediatamente. Felicissimo ed alla svelta.
Buonasera, anzitutto la ringraziamo per averci contattato e per l'attenzione che ci avete dedicato. Mi piacerebbe sapere a che tipo di collaborazione siete interessati. Cordiali Saluti Mio nome
Dopo qualche giorno ricevo la richiesta dei dati mensili di Google Analytics del mio sito “al fine di formulare una proposta di collaborazione“.
Ma non doveva dettagliarmi la proposta?
Premettendo che già 2 anni fa il medesimo gruppo mi aveva contattato e che a suo tempo avevo fornito senza batter ciglio ogni dato e spiegazione riguardo anche le variazioni di traffico intraday e su base mensile e annuale. Report completi ed esaustivi. Evidentemente il sito non aveva i requisiti cercate. Ci sta. Purtroppo però le comunicazioni si interruppero senza avere un feedback sincero, senza mai sapere se fossero interessati ad uno scambio link, ad acquisire il portale, a pubblicare annunci a pagamento, a farne una rivista o chissà che cosa.
Fin qui lo scenario a partire dal quale ho iniziato a fare alcune considerazioni.
- E’ risaputo che qualsiasi dato ha un valore. Se il dato poi è affidabile e misurato da un soggetto terzo ed imparziale (Google) ne ha ancora di più.
Ed allora è una pratica sensata cedere o diffondere questi dati in maniera gratuita? - Creare report con Google Analytics è facile ed intuitivo. Ciò non di meno richiede qualcuno che lo faccia e che spenda il proprio tempo. “Tempo da spendere” è una di quelle voci da annoverare fra i costi. Chi richiede i dati dovrebbe pagare tali costi.
- L’uso di questi dati potrebbe essere usato come base per una strategia di Buisiness Intelligence a sfavore del sito o a beneficio di un sito concorrente. Potrebbe servire per mostrare ad un cliente che se sul mio sito la pubblicità la paga X su uno dei loro portali dovrebbe pagarla N*X dove N è il rapporto fra il mio traffico ed il loro. O essere usati per dimensionare una propria iniziativa o campagna marketing sulla base dei “miei” dati. O Per trarne beneficio in sede di trattativa. Dunque una trattativa potrebbe concludersi a mio svantaggio in base ai dati forniti -gratuitamente- da me medesimo alla controparte. Molte aziende investono importanti capitali in ricerca ed analisi dei competitor o addirittura attività di vero e proprio spionaggio. Perché fare queste ricerche gratuitamente per conto di altri ed a svantaggio del proprio sito?
- Esistono centinaia di portali, siti, servizi e strumenti per avere metriche su traffico e composizione degli utenti di ogni sito senza bisogno di esserne proprietario per accedervi. Il più famoso: http://www.alexa.com/siteinfo/buoneforchette.com
Ne volete un altro? Eccolo: http://tools.quicksprout.com/analyze/www.buoneforchette.com
Aggiungo che con un po’ di esperienza il dato richiestomi si può derivare tramite google Adwords. Ma una campagna Adwords costa, chiederli gratuitamente no. - Se mi contatti “TU” per propormi una possibile “PARTNERSHIP” da “DETTAGLIARE A BREVE” e ti auguri un riscontro positivo allora dovresti mostrarmi un po’ di interesse e non pretendere il contrario. Diciamo che io credo alla tua buona fede e sebbene dovrei prenderti in parola sono abbastanza pragmatico da non farlo e da sapere che non mi darai alcun dettaglio; sarà mio diritto sapere almeno per grandi linee a cosa sei interessato? Se mi dici che al prossimo contatto vuoi dettagliare una proposta, sarai in grado di darmi un’idea almeno di massima?
Il mio consiglio prima di dare i vostri dati -che la vanità potrebbe indurvi a divulgarli con orgoglio e leggerezza- fatevi dire a cosa servono, fate firmare una clausola di non divulgazione, fateveli pagare o proponete uno scambio alla pari. Invece di dare i vostri dati chiedete con cortesia e fermezza i loro. Chi vi contatta per proporre una partnership dovrebbe dare i propri dati, per mostrare la buona fede e mostrare sopratutto se dovete considerarlo un partner importante o un partner ingombrante.