Daniele Davì

La Signora governo al Film Festival Turco Di Roma

La Signora Governo (Hukumet Kadin) film proiettato alla terza edizione del Film Festival Turco di Roma, che quest’anno è ospitato al Cinema Barberini, è un film che consiglio.

L’ambientazione è lontana nel tempo e nello spazio, in un villaggio arretrato e isolato all’estremità sudorientale della Turchia degli anni 50/60. Morto il sindaco la moglie sembra l’unica avere la reale capacità per guidare la cittadina nonostante il proprio analfabetismo.

Socialmente e culturalmente, la storia, invece è molto più globale e meno recondita: ci sono tutte le caratteristiche di molte zone d’Italia, d’Europa, del mondo.

la signora governo

La popolazione messa in ginocchio dalla mancanza d’acqua non è in grado di fare qualcosa per autodeterminare il proprio destino. L’unica cose che pensano di poter fare è lamentarsi o allargare le braccia, nel duplice senso: impotenza o preghiera. I lavori per la conduttura a pochi chilometri dalla città sono bloccati da muratori fannulloni. La determinazione della Signora Governo (che non è una Lady di Ferro modello Tatcher) la porta a diventare egregio esempio di “primus inter pares”, la prima a mettere le proprie forze, sudore, braccia e acume a disposizione della comunità: lei, le ragazze che ha salvato, e altri pochi di buona volontà si fanno carico del lavoro e del progresso mentre sopra le propria teste, prestanti uomini e bell’imbusti mangiano, ballano e filosofeggiano di crimini, affari e mercato: mancano le donne il bunga-bunga alla festa. Li inserirremo volentieri nel film per avere in cambio, nella realtà, una personalità politica così forte e pulita.

La signora governo fa di più: è analfabeta ma capisce che bisogna di studiare per fare meglio: e si mette a studiare. Nonostante la forte ignoranza e la sua posizione di potere cerca il maestro di scuola, la cultura. Il buon governante percepisce che con la cultura al suo fianco potrà far bene per il suo popolo. E qui l’arte sta già facendo il suo lavoro anche attraverso un film considerato umile: guarda come il tuo sindaco o primo ministro tratta la cultura e capirai se farà qualcosa per te.

Non è tutto facile e la signora si fa dei nemici. Ad Ankara iniziano ad arrivare telegrammi di protesta contro il sindaco analfebata. Mai quei cittadini si erano mossi o avevano inviato tanti telegrammi per richiedere acqua e progresso. Ma Ankara alla fine si muove e manda un’ispezione a giudicare l’operato del sindaco Donna. I governi in questi casi si muovono sempre, ma non si muovono mai se i telegrammi o le proteste arrivano per reclamare diritti, acqua o elettricità (cosa che comunque in questo non era successa). Cosa fanno allora i governi? Non risolvono problemi: li spostano. E così la siccità si cura con i tori.

Per tutto il film si colgono poi in filigrana i problemi e le soluzioni della Turchia di quegli anni e di oggi, la democrazia, la questione curda, l’integrazione, l’appartenenza, la speranza, la tolleranza e molto altro. Il messaggio nella versione più aulica è affidato alle parole del marito, ex sindaco della città.

La Signora Governo è una rarità nel panorama dei governanti a tutti i livelli ed invece ne avremmo molto bisogno; ce ne vorrebbero migliaia in ogni dove. Non so dire se sarebbero tutte così brave e giuste ma bisognerebbe dare più spazio nei luoghi di potere alle donne oneste e capaci per scoprirlo.