Daniele Davì

Ode alla scheda ballerina

L’Italia è il paese in cui le truffe, i furbetti, i raggiri, i crimini fantasiosi, i barbatrucchi hanno talmente tanta importanza e diffusione che meritano dei nomi propri.

Il prestigio di cui scriverò è quello della “Scheda Ballerina” di cui con mia vergogna e disappunto, pur avendo seguito la politica primo-repubblicana da quando ero bambino, non ne conoscevo l’esistenza fino a quando non è balzata agli onori della cronaca.

La scheda ballerina è una scheda che si perde al seggio elettorale e viene usata per controllare il voto. Basta farne uscire una, tu metti in tasca la scheda già votata e vai al seggio, te ne danno una vergine, vai in cabina e te la metti in tasca e consegni poi quella già votata. In occasione delle elezioni politiche del 4 Marzo 2018 è stata introdotta una novità, un meccanismo che dovrebbe impedire la riuscita del trucco, mandandolo così in pensione.

Dunque, prima di archiviare -speriamo per sempre- questa delittuosa pratica propongo un estratto dal mio ultimo libro, che restituisce all’ignobile scheda una leggiadra dignità ed una perfettamente inutile dimensione artistica e letteraria.